Recensioni

Come ben sappiamo l’acquerello è una tecnica che non consente pentimenti e richiede dunque grande sicurezza e conoscenza del mezzo. A torto, soprattutto nel nostro Paese, è considerata un po’ la “cenerentola” fra le discipline pittoriche mentre rappresenta uno dei territori più impervi dell’espressione artistica assimilabile forse al campo dell’incisione dove difficilmente c’è spazio per l’improvvisazione.
Gabriella Socci non ha certamente bisogno di esibire i suoi titoli di studio e di riconoscimento per dimostrare il valore della sua esperienza di acquerellista – anche se andrebbe sottolineato un premio assegnatole in Inghilterra che è patria per eccellenza di quest’arte -, basta guardare uno qualunque dei suoi lavori per comprendere subito il naturale feeling che si è instaurato tra l’artista e la tecnica dimostrandosi particolarmente rispondente alla sua sensibilità.
Uno dei caratteri più spiccati della sua pittura è la capacità di assecondare la definizione figurativa dei suoi soggetti arricchendola con una stesura della materia cromatica che possiede qualità espressive persino informali, tale è l’equilibrio tra sintesi ed eloquenza espressiva. Pochi segni e macchie di colore stabiliscono già i ritmi intensi di luce e ombra, di movimento delle forme, e sia il tema di alberi, di paesaggi o di scene con figure e composizioni di nature morte, tutte le sue opere possiedono un dinamismo che le configura come immagini istantanee grazie alla libertà e alla freschezza con cui Gabriella ci riporta suggestive emozioni della realtà senza bisogno di descriverle.

Roberta Fiorini